Nella loro affannosa ricerca di qualcosa
da "difendere" – non il programma comunista, calpestato e deformato,
non lo schieramento di principii e di azione del proletariato rivoluzionario; no,
no, qualcosa da difendere dentro la
società borghese e perciò fuori del
solco del movimento operaio: la democrazia, i diritti civili, la repubblica e
via discorrendo –, i trotzkisti sono arrivati scoprire un rampino fresco fresco
al quale aggrapparsi: la… purezza delle consultazioni elettorali.
Proprio così. Secondo Bandiera Rossa, la "truffa
elettorale" non consiste già nel principio e nella pratica delle elezioni
in regime borghese, né perciò si tratta – oggi più che mai — di martellare
nella coscienza dei proletari che il ricorso all'urna è un supremo inganno per
loro e un mezzo di conservazione per i loro sfruttatori: la truffa sta nel
mancato rispetto delle regole del gioco, nell'abbandono della proporzionale.
Ristabilite nella sua purezza questo… eterno principio, e le elezioni non
saranno più una truffa, il loro responso diventerà sacro come quello della
Sibilla.
Difendere, dunque, la proporzionale.
Così, una volta di più, gli "antistaliniani" trotzkisti si accodano
ai più schietti rappresentanti della controrivoluzione annidata nel seno della
classe operaia, gli stalinisti. Hanno "difeso" la democrazia, la
Costituente, le libertà civili, il minimo vitale; difendono "condizionatamente"
Russia e Cina (ed è un difendere, inutile dirlo, da pennaioli); ora
difenderanno la proporzionale, metteranno qualche oratore di più a presidio
della verginità elettorale, a sua difesa contro gli attacchi degli stupratori.
Ahimè, Trotzki, dagli amici ci guardi Iddio!
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