In Ungheria – si legge nell'edizione
ligure dell'Unità del 5-10 – un terzo
"prestito della pace" è stato lanciato per l'ammontare di 1300 milioni
di fiorini in buoni rimborsabili in 15 anni. La somma raccolta servirà a
costruire la pace e, manco a dirlo, il socialismo.
In Italia, gli staliniani furono, ai
tempi, i più accaniti propagandisti del prestito della "ricostruzione",
cui invitarono (e il termine è fin troppo dolce) a sottoscrivere i proletari.
La parola ebbe il suo magico effetto: coi quattrini carpiti alla buona fede
degli operai si ricostruì… l'apparato statale di dominazione e di oppressione
del capitalismo.
Analogamente, lo stalinismo ungherese
gioca, ora, sulla buona fede dei proletari locali, sbandierando l'ingannatrice
parola della "pace". Le parole cambiano; la zuppa rimane la stessa.
Quanto al socialismo, curioso modo dì distruggere l' "economia
mercantile e monetaria" quello che fa appello ai prestiti e li dichiara
rimborsabili – in moneta e con gli interessi – fra quindici anni!
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