Il supremo mondo della cultura borghese, da Benedetto Croce fino all'ultimo
scaccino delle sacrestie giornalistiche, è permanentemente schierato a combattere
il marxismo, a dimostrare caduti i principii del materialismo storico e
sorpassata la prospettiva programmatica. Ma migliore prova dell'esattezza del
determinismo non si potrebbe avere trascurando quanto essi stessi sono costretti
a dire e scrivere circa le cause di determinati avvenimenti storici. Per
evitare di cadere nel ridicolo, debbono allora, non possono che dover ripetere,
sia pure a denti stretti, sia pure bestemmiando in cuor loro, quanto i marxisti
vanno sostenendo dall'epoca del Manifesto.
Ora è la volta di Oreste Mosca, pretenzioso "esperto" di
problemi economici e politici, fondista dei più diffusi fogli borghesi, di "confessare"
l'interpretazione materialista, cioè marxista, delle cause delle guerre.
Citiamo un passo del suo articolo: La
terza guerra, pubblicato sul Tempo
del 4-10:
"C'è
ancora qualche cervello debole che ritiene essere stata la prima guerra
mondiale provocata dalla revolverata di Gavrilo Princip [Princip è il nome
dell'autore dell'attentato di Serajevo che fu la causa occasionale della prima guerra
imperialista]. Con o senza colpi di pistola il conflitto sarebbe scoppiato lo
stesso perché la rivalità tra la Germania e l'Inghilterra dominava il primo decennio
del secolo. E parimenti con o senza il corridoio di Danzica sarebbe ugualmente
scoppiata la seconda guerra mondiale… Danzica? Ma che Danzica! Sapete quali
furono le vere tappe della guerra del 1939? Quelle che compiva quel bravo e
valoroso dott. Schacht, che creò il nuovo marco oro, che se la cavò benissimo a
Norimberga, e che oggi sta andando per il mondo prodigando consigli a Mossadeq
e al generale Naguib. Quel mago delle finanze, tra il 1934 e il 1939, quando il
commercio internazionale era quasi finito, girava imperterrito per l'Europa
centrale e balcanica, stipulando magnifici atti bilaterali e scambi compensati.
Andava in Romania e comprava tutto il grano contro macchine tedesche, in
Bulgaria e s'accaparrava tutte il tabacco e l'essenza di rose contro prodotti
chimici e ferramenta tedeschi; ma facendo così, metteva in moto opifici ad
Amburgo, a Francoforte e a Berlino e faceva chiudere fabbriche a Londra, a
Manchester e a Liverpool".
Oreste Mosca concludeva il suo articolo, scritto sotto l'influenza
delle impressioni provocate dal famoso articolo di Stalin su Bolscevik preconizzando che l'ora "veramente
pericolosa" per il mondo verrà allorché si verificherà la previsione di
Stalin, secondo cui tra breve il blocco russo non solo non avrà più bisogno
dell'aiuto dei Paesi capitalistici, ma potrà lanciare sul mercato mondiale i
prodotti che avrà in eccedenza. L'illustre pubblicista, onore e vanto
dell'anti-marxismo, a parte l'inevitabile mitologica personificazione delle
forze economiche tedesche nella figura del dott. Schacht, doveva, proprio lui,
fare ciò che con buffonesca ironia rimprovera ai marxisti, e cioè recitare, bon
gré mal gré, il versetto della Bibbia marxista riguardante le cause delle
guerre. Ammettere cioè che la guerra delle armi e degli eserciti è lo sbocco inevitabile
della guerra delle merci e dei commessi viaggiatori dei grandi trust. Anche la
Russia di Stalin sarà inevitabilmente trascinata nella guerra commerciale,
partecipando così alla realizzazione delle premesse del terzo conflitto mondiale?
Già previsto, egregio sig. Mosca, senza i vostri lumi, senza le ammissioni
preziose del maresciallo Stalin.
Ma che pensare di questi giornalisti borghesi? Sanno
molto bene che la guerra è quello che è, l'ultimo atto delle feroci lotte
scatenantisi nell'interno della borghesia internazionale, disperatamente tesa
nello sforzo di controllare le forze anarchiche di un sistema di produzione –
quello capitalista – che, infischiandosi completamente di tutte le
disquisizioni idiote sullo spirito, sulla coscienza, sull'intelligenza dei
dottrinari borghesi e degli Oreste Mosca di tutte le redazioni del pianeta,
schiaccia continuamente tutti i piani della classe sociale – la borghesia – da esso
stesso invocata, distruggendo imperi nello stesso tempo che ne trae altri dal
deserto pre-industriale, accumulando ed acutizzando sempre, inarrestabilmente,
le premesse di nuovi contrasti, di nuove crisi commerciali, di nuovi conflitti.
Sanno tutto ciò, ma, prendendo il là da Sua Santità, continuano con impagabile faccia
tosta a biasimare il "materialismo ateo" dei comunisti. Non saremo
noi a stupirci, o, peggio ancora, a indignarci. Chi è determinista non può non
capire che la cultura borghese, da Croce all'ultimo Mosca, non può fare e dire
diversamente. Si può pretendere che la classe dominarli anteponga la
"Verità" alla disperata lotta per sopravvivere? Però, che delizia
assaporare la disperazione dei borghesi messi di fronte alle forze endogene del
sistema che hanno essi stessi utilizzato contro il feudalesimo e che si
rifiutano ora di piegarsi alla volontà dei Guglielmoni, dei Pepponi, dei Truman…
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